Ottone, una lega che vale

Ricorda l’ oro per la sua brillantezza, ma è di uso molto più comune: rubinetteria, complementi di arredo, rivestimenti, bigiotteria… Le ragioni di un impiego così esteso di questo materiale vanno ricercate nella sua lavorabilità e nelle caratteristiche di antibattericità, che lo rendono un naturale antagonista dei batteri patogeni.

Ma cos’è l’ Ottone?  

L’ Ottone binario è una lega rame-zinco, e può avere caratteristiche diverse sulla base del tenore di quest’ ultimo elemento: duttilità, resistenza meccanica e all’ abrasione, lavorabilità all’ utensile dipendono infatti dalla percentuale con cui esso viene impiegato.

Un contenuto di Zn  inferiore al 36%  è tipico delle lavorazioni a freddo, quali imbutitura e  stampaggio; superato questo titolo la lega si presta a lavorazioni a caldo. 

 

Sulla base della destinazione d’impiego, altri elementi possono essere aggiunti alla lega Rame-Zinco, dando così vita ad ottoni ternari:

  • Manganese o Stagno- per aumentare la resistenza alla corrosione
  • Ferro- aumenta il carico di rottura
  • Arsenico e Antimonio – inibiscono la dezincificazione

I più comuni ottoni ternari (composizione: CuZn38Pb2 e simili) vengono definiti “ottoni al piombo”; la presenza di questo metallo ne consente l’ impiego per i vari accessori bagno, valvolame, viteria e bulloneria. 

Come tutti i metalli, anche l’ ottone attraverso il recupero selettivo può essere reimmesso infinite volte nel ciclo produttivo senza perdere le sue caratteristiche originali: un vero affare per l’ ambiente e per chi produce scarti o rottami di questo materiale, che vedrà sempre ben valorizzato il suo rifiuto.

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